Cotarella: “Riaccendere interesse nei confronti delle denominazioni storiche”
La sperimentazione come prospettiva di crescita dell’Orvieto. Questa l’intenzione primaria del Consorzio Tutela Vini di Orvieto in una fase della storia del vino orvietano che non ci si nasconde nel definire delicata.
L’annuncio del Consorzio di promuovere, mediante il proprio Comitato Scientifico, “un progetto di ricerca finalizzato a incoraggiare e dare spazio a nuove idee per esprimere appieno le potenzialità di un territorio unico per vocazione vitivinicola e complessità” segue a pochi giorni di distanza la scelta importante di richiedere alle Regioni Umbria e Lazio la richiesta per il blocco dei nuovi impianti per la Doc Orvieto e Orvieto Classico.
La sperimentazione inizierà con la vendemmia 2018, dove si getteranno le basi di un progetto di spumantizzazione dell’Orvieto e uno studio sull’influenza della differente natura dei terreni del territorio sul gusto e sulle caratteristiche del vino di Orvieto. Motivi profondi e soprattutto la volontà primaria del presidente del Comitato Scientifico del Consorzio Tutela Vini di Orvieto, Riccardo Cotarella, di aprire un percorso di innovazione finalizzato soprattutto al miglioramento e alla valorizzazione dell’Orvieto.
Quali sono le condizioni e soprattutto i particolari per intendere le ragioni di questo nuovo progetto di sperimentazione e soprattutto perché in questo momento?
Sappiamo che certi vini storici come l’Orvieto, il Frascati, Verdicchio e Soave stanno vivendo un cosiddetto “periodo di riflessione” sul mercato. Sta ai produttori, attraverso i loro tecnici, percorrere strade che, mediante la ricerca possano individuare nuovi percorsi e, altrettanto, sappiano riaccendere vivo interesse nei confronti delle denominazioni storiche.
Perché si è dunque scelto di procedere fin da subito all’applicazione di questa nuova forma di sperimentazione.
La prima condizione di questa scelta riguarda il territorio. Si ritiene fondamentale conoscere l’influenza dei nuovi siti mediante uno specifico percorso di degustazioni tramite, soprattutto, i vitigni più significativi previsti dal disciplinare. Inoltre si è ritenuto importante procedere ad una fase di sperimentazione che potrebbe avere un valore conoscitivo del mercato per la spumantizzazione di uve destinate alla produzione di Orvieto Doc e Orvieto Classico Superiore. Logicamente la dove il risultato, come noi del resto riteniamo, sia positivo si andrà a proporre modifiche al disciplinare che riguarda anche le caratteristiche chimiche e organolettiche delle uve destinate alla sperimentazione.
fonte orvietonews.it